Si è svolto a Canberra l’incontro annuale nel quale la diplomazia italiana in Australia, con a capo l'ambasciatore Paolo crudele, e il Sistema Italia si sono incontranti per discutere di programmi e strategie per il futuro.
Alla riunione, presso l’ambasciata italiana di Canberra , erano presenti i rappresentanti dell’ambasciata, dei consolati italiani, degli Istituti di Cultura, dell’ICE, dell’Enit, e delle Camere di Commercio di Melbourne, Perth, Brisbane e Sydney.
Nel mio intervento ho posto l’accento su quella che ha definito la strategia delle 3C: Conoscere, Collaborare, Cambiare.
Avere consapevolezza della realtà, problemi e potenzialità, è il primo passo per pianificare un futuro che non può che passare attraverso la collaborazione a vari livelli istituzionali e comunitari
e che deve puntare al cambiamento inteso anche come modifica di metodo di lavoro e finanziamento. Non si può dipendere solo dalle tradizionali sovvenzioni ma bisogna studiare un sistema di fee for service, magari gestito tramite l’ICE.
L’Australia rappresenta una grande opportunità in particolare perché qui abbiamo il vantaggio della forte presenza della comunità italiana integrata nella società.
Il Sistema Italia è stato promosso e deve continuare ad essere promosso come insieme che include tutti e tutto. Che parte dalla promozione di lingua e cultura, passa attraverso la valorizzazione delle persone, e arriva all’interscambio economico finanziario: sia per la vendita di beni e servizi, sia per la promozione di nuove attività, anche in partenariato.
I risultati raggiunti fino ad oggi sono lusinghieri, ma molto può essere ancora fatto. Prima, però, bisogna dare risposte su alcune problematiche collegate allo sviluppo del Sistema Italia, fra queste:
Tutelare la qualità dei servizi consolari per garantire massima accessibilità a tutti.
E ciò lo si può fare solo attraverso investimenti immediati per porre fine ad alcune debolezze evidenti nell’erogazione dei servizi consolari. Bisogna prevedere assunzioni più flessibili, procedure semplificate, maggiori sedi distaccate sul territorio con sportelli consolari ad hoc.
Poi, le questioni legate ai titoli professionali, il loro riconoscimento e l’equipollenza fra quelli italiani e australiani.
Non ultimo bisogna concentrare gli sforzi comuni per la promozione del Turismo di Ritorno, degli interscambi sociali, culturali e professionali, incluso gli stage presso aziende italiane e straniere su un doppio binario che consenta agli italiani nati all’estero di entrare a pieno nel sistema produttivo del Bel Paese, e a quelli italiani di fare esperienza all’estero.
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